In tempo di crisi economica per fare fronte a delle spese si ricorre al prestito. Il settore non se la cava molto bene perchè in Italia nel 2010 c'è stato un calo del 5,3% nelle richieste e nei primi sei mesi del 2011 l'1,8%. In ogni caso la domanda che ricorre sempre è quanto si paga di interesse su un prestito? La risposta non è facile: innanzitutto occorre sapere a che tipo di prestito si ricorre, ce ne sono differenti:
-cessione del quinto: sono prestiti riservati ai lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati (in alcuni casi anche ai pensionati) che cedono mensilmente una parte (un quinto) del loro stipendio (lo paga direttamente il datore di lavoro) per pagare le rate del prestito.
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-Revolving: questi prestiti sono legati ad una speciale carta di credito (carta revolving) a cui vengono scalati gli importi ogni mese.
-Personali: sono prestiti che possono avere vari scopi come quello per gli studi, per spese sanitarie, per l'acquisto di un'automobile ecc. con versamento dell'importo finanziato direttamente al richiedente e per le quali vi e' una scadenza fissa e un numero prestabilito di rate. Spesso viene data la possibilita' di variare l'importo della rata, sospenderla o spostare la scadenza, e si possono trovare prestiti dove non e' richiesto il pagamento delle spese di istruttoria.
-Finalizzati: sono i prestiti collegati all' acquisto di un bene o servizio. Vengono spesso proposti all' acquisto ad esempio di un elettrodomestico o di una vacanza a rate direttamente nel negozio. In questo caso la finanziaria, spesso convenzionata col venditore, paga direttamente a quest'ultimo ed il cliente avrà a che fare con il versamento delle rate non più con il negoziante ma con la finanziaria. Le rate sono prestabilite e la loro flessibilita' dipende, come per i prestiti personali, esclusivamente dal contratto sottoscritto.
Dal primo giugno 2011 in Italia sono i cambiati i tassi per calcolare l'ammontare degli interessi sui prestiti, fa fede il decreto l. 141 del 2010.
tassi usurari: prima erano tali se superavano di oltre il 50% il valore dei tassi effettivi globali medi (Tegm) e rilevati ogni tre mesi da Banca d'Italia. Ora al Tegm s'aggiunge un 25% più un margine di ulteriori quattro punti ma, a tutela dei consumatori, la differenza tra limite massimo e tasso medio non può comunque superare gli otto punti.
Recedere da una richiesta di prestito:è consentito il diritto di recesso entro 14 giorni dalla firma; possibile, previa messa in mora del venditore inadempiente, farsi restituire le rate già pagate e, anche estinguere in anticipo il debito, con riduzione di interessi e costi residui.
Bisogna fare riferimento a due parametri il TAEG ed il TAN per conoscere gli interessi del prestito:
TAEG: è tasso annuo effettivo globale della somma richiesta, il valore che esprime il costo totale del credito espresso in percentuale annua. Qui ci sono compresi gli interessi e tutti i costi che si devono pagare in relazione al contratto di finanziamento e dei servizi accessori, compresi quelli relativi all'eventuale interposizione di un terzo ai fini della sottoscrizione del contratto (escluse le eventuali spese notarili).
TAN: è il tasso di interesse annuale legato al finanziamento. Attenzione ai tassi zero delle pubblicità: potrebbe corrispondere al solo TAN e non ad un reale "costo zero" del finanziamento. Il vero ed utile indicatore del costo complessivo e' solo il TAEG, che comprende -oltre agli interessi- tutte le altre spese.